giovedì 5 marzo 2009

30 Agosto 2008
LA NUOVA

A Carloforte la XII edizione del festival di cinema, teatro, artisti di strada e altro
“Visioni al femminile” apre la kermesse
di Sabrina Zedda
Carloforte. ”Accidenti alla globalizzazione che ci ha fatto perdere il sapore per le cose del passato. Troppi diserbanti, esperimenti che trasformano pere e mele messe insieme in melepere, rose senza spine, create così, per non pungere più. Mica come quando c’era Pompilio Guerrini, classe 1904, uno che per lavorare la terra, “andava al campo che ancora non c’era il sole e tornava che già c’erano le stelle” e che non sprecava nulla. E così, un fluttuare di ricordi, uniti alla burla e a una pungente ironia, che l’attrice toscana Elena Guerrini ha aperto la sezione “Visioni al Femminile”, la sezione novità che giovedì sera ha dato ufficialmente il via alla XII edizione di “Dall’isola dell’isola di una penisola”, il festival di musica, teatro e non solo, organizzato dall’associazione Botti du schoggiu, diventato un appuntamento fisso di quest’ultimi scampoli di estate carlofortina.
…Elena Guerrini il suo “Orti Insorti” l’ha portato davanti ad un pubblico nel bel mezzo di un giardino: bravissima (e questo già si sapeva) l’artista ha messo davanti agli spettatori, col fare rustico e al contempo genuino, proprio dei contadini, un intero mondo ormai sepolto nel passato, rievocandone gli odori, i sapori, ma anche il sudore e le bestemmie.”
23 Settembre 2008
LIBERAZIONE

In Maremma la rassegna a misura umana di Elena Guerrini andiamo tutti "a veglia da…" a Manciano il teatro si fa paese.
di Federico Raponi

“Quando la piccola Elena Guerrini domandava al nonno dove egli andasse, uscendo di casa con una sedia in una mano ed un boccione di vino nell'altra, lui rispondeva: "a veglia da.." nominando di volta in volta uno dei vari amici del loro paese maremmano. Crescendo, Elena è divenuta attrice energica e dolce, fa parte della compagnia di Pippo Delbono e porta in scena - accompagnata all'organetto da Stefano del vecchio - uno spettacolo dialettale, orti insorti http://www.scarphrec.org/visionari/ortiinsorti.mp3) in cui ricordi, lotte, storie, usanze e aneddoti del mondo contadino si annodano alle amare riflessioni di P.P.Pasolini sulla fine di quella civiltà o alle esperienze di Libereso Guglielmi (giuardiniere di calvino) mentre, al termine degli spettatori viene offerta una tipica merenda di allora: fette di pane bagnato nel vino e coperto di zucchero.” (…)
22 Agosto 2008
VENERDI’ di Repubblica

La cultura insorge in scena e canta le vecchie colture
di G. Ortolano
Carloforte. Iglesias (…) Un teatro civile che sa di terra e di pane e parla di cascine e campi di grano, senza disdegnare i festival internazionali e i viaggi intercontinentali, come quello fatto recentemente per presentare Orti Insorti a New York. Parliamo del teatro ecologico di Elena Guerrini, attrice storica della compagnia di Pippo Delbono, che qui veste i panni della cantastorie del terzo millennio dando spazio alla memoria, agli stornelli, ai proverbi e perfino alle ricette dimenticate della nonna.
Il suo è un ritorno alle origini agresti per chi, per dirla con Pisolini “non cerca un’età dell’oro, ma un’età del pane”. Elena rievoca la difficile vita dei mezzadri, urla, canta e incanta chi le siede davanti. Il pubblico è travolto da un umorismo arcaico, boccaccesco, che si accanisce contro le contraddizioni della nostra società, invitando anche a riflettere sulla prepotenza dei suv, sui pericoli delle monoculture, sui semi transgenici e sulla vita ridotta a merce. Fra le memorie compaiono i nomi dei personaggi lontani e poco telegenici: l’ambientalista Vandana Shiva, il pioniere dell’agricoltura biologica Masanabu Fukuoka e perfino liberemo Guglielmi, l’umanista delle piante, noto come “giardiniere di Calvino”, noto per aver lavorato nella villa dello scrittore ed essere stato uno dei personaggi del Barone Rampante.
Settembre 2008
L’UNIONE SARDA 2

Visioni di donne nel giardino fatato
di Raffaella Venturi
[…]Spettacoli a numero chiuso e in luoghi non convenzionali e ad alto potere di suggestione. Un giardino inviolato e selvatico vicino alla chiesetta degli Innocenti, che solo a varcare la soglia di pietra ti catapultava in una favola.
Li’ ci si è raccolti ,poche seggiole di legno, e molti seduti sull’humus benefico, per assistere ad “Orti Insorti” monologo sulla natura di un’attrice forza della natura:
Elena Guerrini. Un racconto sulla terra del su nonno, mezzadro di un tempo, dove i contadini non compravano nulla e riusavano tutto,e dove ,lui,Pompilo,insegnava a contare da zero a cento ai mezzadri della Maremma, con le pannocchie di granoturco.
Dove d’inverno vestiva le piante con golfini vecchi e ci parlava pure, e certo,bestemmiava ma di diserbanti non ne ha mai dato uno.
Il sommo profeta Pasolini ce lo ha scritto, era il 1962, che quel mondo li’ sarebbe morto,
quindi la nostra storia finita.
Su questo verdetto la Guerrini modula la sua memoria di civiltà contadina,e la sua contemporanea inettitudine con le piante e con una natura divenuta irriconoscibile, fra semi che le multinazionali manipolano geneticamente e insetti scomparsi per i pesticidi.
La pianta di basilico lei non la capisce piú, è appasita, lei non l’ha annaffiata ed ora è morta.
Salvo poi a fine spettacolo, distribuire i semi del nonno, semi veri, di basilico, dentro mezze buste da sdrucchià per bene, da piantare in vasi e terrazze, e a chi gradisce una fetta di pane, vino e zucchero, che offerto in quel giardino incantato, con le note dell’organetto in sottofondo ha l’emanazione di un cibo da dei. Prima donna, prima storia, tante sane riflessioni.
LA STAMPA DICE….












Luglio 2008
AAM TERRA NUOVA

IL TEATRO RISCOPRE LA TERRA
Storie diverse di teatro impegnato, che recupera un legame profondo con la terra, che va in scena nei poderi, nelle case, in mezzo al grano. Esperienze per un nuovo stile di vita.
di Gabriele Bindi
[…]
Orti insorti: nel podere con Pasolini
Ma come si coltiva il basilico? Aveva ragione il nonno, o il manuale “L’orto perfetto in 7 giorni”? Questo genere di domande devono aver assillato Elena, nel momento in cui, da attrice affermata, ha scelto di tornare alle origini nella campagna maremmana per crescere suo figlio. Elena Guerrini è attrice teatrale e cinematografica conosciuta anche dal grande pubblico per ruoli importanti nei cast di Pupi Avati e Pippo Del Bono. Il suo oggi è un lavoro di riscoperta, arte d’avanguardia rurale, declinazione pratica della tanto teorizzata decrescita felice.
"Dopo la nascita di Dario, mi sono cominciata a chiedere cosa mangiamo e respiriamo, quali sono i nostri rapporti umani, come recuperare l'antico legame con la terra. Da qui è nata l'idea di Orti Insorti - in giardino con Pasolini, Calvino e il mi’ nonno contadino in Maremma”.
Gli spettacoli di Elena oggi sfuggono ai teatri. Sono un rito che si celebra ogni domenica, direttamente nei poderi. Quelli veri e non le beauty farm. Quelli dove i contadini esistono ancora. E dove gli spettatori pagano il loro "biglietto d'ingresso" in natura: formaggio, fiaschi d'olio, bottiglie di vino, barattoli di miele. E come nel passato dopo la trebbiatura o la vendemmia, si celebrano di nuovo le "veglie" dei contadini, luogo di ritrovo, di risate, di riflessione e di cultura popolare.
Elena ci racconta volentieri della sua scelta di teatro civile. Il suo ritorno alle origini agresti, il fatto di dare spazio alla memoria del nonno, gli stornelli, i proverbi, le ricette della nonna. Una scelta non per niente naif. A sua difesa cita Pasolini: "Io non cerco un'età dell'oro, ma un età del pane", una frase che riecheggia nello spettacolo.
"Orti insorti è nato così, nel bisogno di raccontare qualcosa di vero, qualcosa di urgente” dice Elena. “Perché da quando sono spariti i cantastorie, l'unico riferimento per chi vive in campagna è dato dalla tv”. La scelta del "vengo io a casa vostra" responsabilizza le persone verso l'ospitalità e il confronto. Adesso ognuno dà il meglio di sé e dei propri beni autoprodotti. I cultori della materia, quelli che vengono dalla città, comprano un buon vino locale e come biglietto portano quello.
Lo spettacolo è dirompente. Elena rievoca la vita agra dei mezzadri, urla, canta, incanta. Il pubblico ride a crepapelle. Umorismo arcaico, quasi boccaccesco, che non risparmia delle staffilate raggelanti sul declino dell'oggi: la volgarità dei suv, il danno delle monocolture, i semi transgenici, la vita ridotta a merce. Affiorano i nomi di personaggi lontani, troppo distanti dai sermoni televisivi: le battaglie di Vandana Shiva, l'orto sinergico di Fukuoka, Libereso Guglielmi, il giardiniere di Calvino, pedina fondamentale nella genesi dello spettacolo.
Un’esperienza oltre lo spettacolo, con lo stesso rischio di infangarsi le scarpe.