giovedì 5 marzo 2009

Settembre 2008
L’UNIONE SARDA 2

Visioni di donne nel giardino fatato
di Raffaella Venturi
[…]Spettacoli a numero chiuso e in luoghi non convenzionali e ad alto potere di suggestione. Un giardino inviolato e selvatico vicino alla chiesetta degli Innocenti, che solo a varcare la soglia di pietra ti catapultava in una favola.
Li’ ci si è raccolti ,poche seggiole di legno, e molti seduti sull’humus benefico, per assistere ad “Orti Insorti” monologo sulla natura di un’attrice forza della natura:
Elena Guerrini. Un racconto sulla terra del su nonno, mezzadro di un tempo, dove i contadini non compravano nulla e riusavano tutto,e dove ,lui,Pompilo,insegnava a contare da zero a cento ai mezzadri della Maremma, con le pannocchie di granoturco.
Dove d’inverno vestiva le piante con golfini vecchi e ci parlava pure, e certo,bestemmiava ma di diserbanti non ne ha mai dato uno.
Il sommo profeta Pasolini ce lo ha scritto, era il 1962, che quel mondo li’ sarebbe morto,
quindi la nostra storia finita.
Su questo verdetto la Guerrini modula la sua memoria di civiltà contadina,e la sua contemporanea inettitudine con le piante e con una natura divenuta irriconoscibile, fra semi che le multinazionali manipolano geneticamente e insetti scomparsi per i pesticidi.
La pianta di basilico lei non la capisce piú, è appasita, lei non l’ha annaffiata ed ora è morta.
Salvo poi a fine spettacolo, distribuire i semi del nonno, semi veri, di basilico, dentro mezze buste da sdrucchià per bene, da piantare in vasi e terrazze, e a chi gradisce una fetta di pane, vino e zucchero, che offerto in quel giardino incantato, con le note dell’organetto in sottofondo ha l’emanazione di un cibo da dei. Prima donna, prima storia, tante sane riflessioni.

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